Stime dell’associazione AUVSI (Association for Unmanned Vehicle Systems International) valutano che l’industria del drone americano avrà un valore di $ 82 miliardi di dollari entro il 2025, con l’agricoltura di precisione che farà la parte del leone.
Le potenzialità sono ottime ma c’è anche una discreta quantità di confusione attorno all’utilizzo dei droni in agricoltura.
Basta cercare su internet per rendersi conto che tutti parlano di telecamere NIR (Near Infrared), indici di vegetazione e NDVI.
Nel presente articolo cerchiamo di fare chiarezza sul mondo che sta dietro al NDVI in modo che sarete in grado di capire cosa questo indice può (e non può) fare per voi.

Perché ho bisogno del NDVI e quando lo posso usare?

Il NDVI non è una nuova formula nè un nuovo concetto, dato che è a disposizione degli agricoltori dai satelliti, ma con una risoluzione molto bassa.
Il NDVI mette in evidenza la variabilità, che è sempre presente in tutti i campi agricoli, e rende più facile vedere dove è presente, permettendo di prendere decisioni più rapidamente.
Una delle sfide a cui si va incontro usando il NDVI è che non si ha sempre a che fare con valori assoluti.
Quando le condizioni di luce e copertura nuvolosa cambiano, l’obiettivo della fotocamera registra ciò che vede, ma non tiene conto del cambiamento atmosferico. Quindi, se si vola sullo stesso campo in giorni diversi con la stessa fotocamera, si dovrebbero ottenere gli stessi valori di NDVI, ma non è sempre così: si otterrà la stessa variabilità, ma non sarà possibile ottenere gli stessi numeri sulla scala NDVI.
Proprio per questo la calibrazione dei risultati diventa fondamentale per ottenere immagini che siano indipendenti dalle condizioni atmosferiche, così come è anche estremamente importante verificare ogni mappa NDVI con controlli in campo.

Il potere del NDVI sta nel comprendere il proprio campo a partire dalla tipologia del terreno e dalla sua storia e quindi si conferma come uno strumento potente ma che non potrà mai sostituire totalmente un agronomo.
Gli agricoltori vogliono sapere se hanno problemi in un campo oggi o possono passare al campo successivo e continuare la loro routine quotidiana.
L’immediatezza dei dati è ciò che può fare una grande differenza.

Il prezzo di un drone commerciale è relativamente basso e la maggior parte delle persone pensa che possederne uno sia tutto quello che serve.
In realtà questo è solo il punto di partenza perchè ci sono molti costi nascosti.
Ad esempio, tra i costi nascosti ci sono la quantità di tempo dedicata alla manutenzione delle apparecchiature, le ore di caricamento e di post-processing delle immagini, mettere i dati in formati specifici, essere sempre in regola con le normative vigenti.
In Italia esistono limitazioni per l’uso dei droni e permessi da ottenere per volare in sicurezza (normativa ENAC).
Bisogna essere quindi conformi alle leggi per gestire un business legittimo e si deve essere preparati ad affrontare molto lavoro, non solo nei campi e al computer, ma anche sul piano normativo.

Non sempre rosso vuol dire “cattivo” e verde vuol dire “buono”: il NDVI è solo un pezzo del puzzle, anche se può fare la differenza.
Per poter utilizzare efficacemente un’immagine NDVI per la gestione del campo o per diagnosticare qual è il problema (oltre a dove è), si ha la necessità di capire la varietà delle colture, la storia del campo, la fase dello sviluppo, i fertilizzanti, i pesticidi e l’ambiente di crescita delle piante (principalmente umidità e temperatura).

Il NDVI si basa su una scala di colori che utilizza spesso verde per alti valori NDVI e rosso per valori bassi.
In generale, il verde può significare che una pianta è sana e il rosso può significare che che una pianta non è sana, ma bisogna stare molto attenti. Verde non è sempre bene e rosso non è sempre male, ci sono molti fattori in gioco.
Ad esempio, un valore NDVI molto alto (verde) potrebbe significare l’alta presenza di infestanti, come le erbacce che crescono e che quindi hanno una riflettanza simile alle colture vicine.
Senza controlli a terra, si potrebbe supporre che queste zone rosse stanno mostrando scarsa crescita delle colture, ma in realtà i residui delle piante morte spesso non sono un problema dato che aiutano a prevenire l’erosione e a trattenere l’umidità.

Ci sono molte idee sbagliate sul NDVI, soprattutto su cosa può realmente fare.
Il NDVI funziona bene se si considera di monitorare la salute delle colture con un approccio ampio, perchè non è in grado di identificare specifici tipi di stress delle colture: può solo aiutare a determinare che un tipo di stress è presente.
Per l’identificazione specifica dello stress delle colture come lo stress idrico, altri indici di vegetazione, come il GNDVI, forniscono maggiore sensibilità e informazioni dirette sullo stato idrico delle colture.
Comunque, il NDVI è ancora un ottimo strumento e nella cassetta degli attrezzi potrebbe essere considerato la chiave inglese.
Tuttavia, questa cassetta degli attrezzi è grande, con molti indici di vegetazione diversi per lavori specifici e quindi si potrebbe avere uno strumento migliore con una maggiore accuratezza rispetto alla “chiave inglese” NDVI, dipende da ciò che si deve analizzare.

Facendo un passo indietro, ci sono molte cose che si possono fare anche solo con immagini RGB (luce visibile).
Gli esseri umani vedono in RGB, ed è il nostro senso primario per identificare le cose nel mondo che ci circonda. Pertanto, non è così difficile per una persona vedere un’immagine in RGB e iniziare a identificare i problemi nel suo campo di colture.
Ad esempio, l’indice VARI (Visible Atmospherically Resistant Index) è un utilissimo strumento di prima analisi per capire dove sono i problemi.
Se si volesse approfondire la conoscenza di eventuali problemi, allora utilizzeremo anche la lunghezza d’onda NIR, cominciando a vedere il campo in un nuovo modo e adattando la nostra mente a questa nuova visione delle cose.

Ancora una volta, torna utile il paragone medico: disporre di una mappa RGB è come fare una visita generica dal dottore, mentre disporre di una mappa NDVI corrisponde a fare una visita specialistica per approfondire l’eventuale presenza di malattie.