L’utilizzo di tecnologie innovative quali droni, sensori e satelliti combinati con rilievi in campo, consente di studiare sempre più approfonditamente l’agricoltura, al fine di ottimizzare e migliorare le pratiche agricole moderne.
Tra le varie applicazioni di queste tecnologie innovative, di un certo interesse per gli agricoltori sono quelle atte a prevedere e quantificare le rese per ettaro al fine di mappare le produzioni.
Molte ricerche internazionali dimostrano che l’utilizzo di dati telerilevati da remoto (droni e satelliti) combinati con rilievi a campione sul campo, possono dare risultati significativi per prevedere e mappare le rese.
La mappatura e previsione delle produzioni dei prodotti agricoli permettono di migliorare ed ottimizzare i processi dell’azienda, consentendo di identificare, monitorare e migliorare i punti deboli delle varie parcelle.
Un punto critico di questa procedura previsionale è il non poter prevedere le rese di un anno basandosi sui dati dell’anno precedente, poiché ogni stagione ha un suo corso specifico in termini di temperature, umidità, precipitazioni e gestione colturale. Tuttavia, per l’anno in corso è possibile prevedere le rese già qualche settimana o mese prima con errori massimi sul dato reale finale del 10-15%.
Non dimentichiamo infine che, nel caso della viticoltura, prevedere le rese per ettaro del vigneto consente di ottimizzare il raccolto delle uve, con conseguente produzione di vini di migliore qualità.

Per prevedere le rese si ricorre al famoso indice NDVI, che permette di differenziare in maniera chiara zone a diverso vigore vegetativo: in prima approssimazione, a zone a maggior vigore corrisponderà una produzione maggiore rispetto a quelle a minore vigore.
Questo è un dato generale che ovviamente va riscontrato in campo con controlli a campione poichè le variabili coinvolte sono innumerevoli oltre che a dipendere dalla storia meteorologica della stagione, dalle malattie, dalla variabilità del terreno e dalle operazioni colturali effettuate sulle chiome.
Varie ricerche hanno dimostrato che mappare il NDVI a circa 1 mese dalla fioritura, consente di avere buone previsioni sulla resa finale. Questo significa che molti mesi prima della raccolta posso avere una stima sul raccolto, a meno che ovviamente non si verifichino nei mesi che seguono eventi estremi come grandinate forti e stress idrici intensi.


Nonostante ancora molte ricerche debbano continuare il loro corso e produrre risultati, il telerilevamento è già un ottimo strumento a servizio di agronomi e viticoltori per monitorare e migliorare le strategie di gestione delle coltivazioni, in un’ottica di agricoltura di precisione.